Nonostante le campagne portate avanti da molte associazioni (vedi Greenpeace – versione htlm) continua la deforestazione selvaggia del Congo dopo il termine della guerra civile. Con la “scusa” della ricostruzione, la banca mondiale ha puntato sulla commercializzazione del legname affidando alle multinazionali 600.000 (seicentomila) chilometri quadrati di foresta che è il secondo bacino al mondo in quanto a risorse forestali. Un impatto spaventoso sul piano del clima e dell’ecositema. Il frastuono dei mezzi e delle pesanti seghe a motore (che distruggono materialmente la foresta) allontanano dalle zone interessate gli animali che costituiscono il principale alimento dei Pigmei. Ora una delegazione di dodici tribù si è recata negli U.S.A. per cercare di negoziare con la World Bank condizioni meno devastanti.(vedi i rapporti in www.greenpeace.it/camp/foreste/illegale.pdf ed anche in www.greenpeace.it/archivio/foreste/africa.pdf .
venerdì 2 novembre 2007
Il legno illegale. I pigmei contro la World Bank
“Il commercio di legno illegale, o coinvolto nel traffico illegale di armi, rappresenta solo la punta dell’iceberg del più generale fenomeno della deforestazione. Di fatto il legno illegale, oltre ad essere sinonimo di pratiche di gestione forestale prive di responsabilità, è divenuto un vero e proprio motore della distruzione delle foreste. Difatti, mentre le attività illegali distruggono preziosi ecosistemi, l’immissione sul mercato di stock di legname a basso prezzo crea un effetto di dumping che rende economicamente non realizzabile uno sfruttamento sostenibile delle foreste”
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