domenica 12 agosto 2007

Messori: il problema? Troppi gay nei seminari



Questo commento, brevemente apparso {circa 1 ora} sul Blog di Tornielli, non ha retto alla revisione ed è stato cancellato (cosa normale, pare, sui siti ispirati alla o dalla chiesa).

Il riferimento del commento va
All’ articolo di Messori
Ad un commento (in particolare) sul blog di Tornielli
Il signor Volpe ha scritto al commento n° 7 : “ma offendere i simboli religiosi oltre che eticamente disgustoso(qualunque fede essa sia) e’ anche reato,perseguibile di Ufficio. I Magistrati cosi attenti alle virgole dei Preti ora che diranno davanti ai…punti di certi cartelli blasfemi? Ciao Bruno”Male. La Legge 24 febbraio 2006, n. 85 {artt.7,8.9 e 10}, pubblicata nella Gazzetta Ufficiale n. 60 del 13 marzo 2006 lo contraddice perché depenalizza questi reati; al libro secondo, titolo IV, capo I, del codice penale, la rubrica è sostituita dalla seguente: «DEI DELITTI CONTRO LE CONFESSIONI RELIGIOSE, la reclusione che attiene all’art. 404 cpv “Chiunque pubblicamente e intenzionalmente distrugge, disperde, deteriora, rende inservibili o imbratta cose che formino oggetto di culto o siano consacrate al culto o siano destinate necessariamente all’esercizio del culto è punito con la reclusione fino a due anni” ripete l’articolo 635 C.P. e la procedibilità d’ufficio è legata al n° 7 dell’articolo 625 che sono le circostanze aggravanti del delitto contro il patrimonio con offesa alle persone o alle cose. Quindi non allarghiamoci !
In quanto poi a Messori, non si sa se dire se –al momento dell’intervista- fosse fuori di senno- o se giocasse sporco. “Non si sa su quali basi la giustizia umana …demonizza la pedofilia? Chi stabilisce la norma e la soglia di età?”.
Ma il Messori vaticanista, il biografo del Papa folleggia: dimentica forse la: sollicitatio in actu vel occasione vel praetextu confessionis ad peccatum contra sextum Decalogi praeceptum, si ad peccandum cum ipso confessario dirigitur; della “EPISTOLA a Congregatione pro Doctrina Fidei missa ad totius Catholicae Ecclesiae Episcopos aliosque Ordinarios et Hierarchas interesse habentes: DE DELICTIS GRAVIORIBUS eidem Congregationi pro Doctrina Fidei reservatis” firmata proprio da Ratzinger e diffusa nel testo italiano con un motu proprio del precedente papa nel 2001 ? Si parla oltre che del crimen sollicitazionis (approfittare della confessione per proporre porcherie) anche del “delitto gravissimo” che è : “Il delitto contro la morale, cioè: il delitto contro il sesto comandamento del Decalogo commesso da un chierico con un minore al di sotto dei 18 anni di età”. Tutte violazioni al cosiddetto “ sigillum sacramentale” (Cf. Codex Iuris Canonici, can. 1388 § 1). Ed è un delitto così grave, per la chiesa, che esso è riservato al Tribunale apostolico della Congregazione per la dottrina della fede
Allora, per favore, non prendeteci per i fondelli.

sabato 11 agosto 2007

Papa sisters e Papa Ratzinger blog


Sephirot - Geburra

Esite un blog con questo dichiarato intendimento: “Il “Papa Ratzinger blog” vuole essere un omaggio al Santo Padre, Benedetto XVI. Vuole essere anche e soprattutto un modo per stare vicini al Papa e sostenerlo nella sua missione di Pastore della Chiesa Universale. Qui è possibile consultare una nutrita rassegna stampa e scrivere commenti”.
Poiché sarebbe indelicato criticare l’intenzione, per le autrici più che valida, intendiamo fare alcune noterelle sulla sua gestione. I commenti devono essere assolutamente di compiacimento alle idee di Raffaella e Maga Maghella. Una censura inesorabile mette all’Indice ogni sia pur minima deviazione e –naturalmemnte- quel commento non viene pubblicato. Pensavamo noi relativisti figli di Voltaire e Diderot, che un blog fosse una “agorà” periclea, non un reticolato con fili spinati e trappole esplosive. Edotti, ma increduli, da altri che avevano tentato una intrusione nell’ovattato mondo della blogger, abbiamo fatto un tentativo cercando di fare un commento alla udienza, anzi ci arrendiamo: la stretta di mano del pontefice a Tadeusz Rydzyk (pare aspirante nazista): “Leggo con gusto il vostro blog ogni volta che ho desiderio di vedere quanto in là si spinga la cattiveria umana: ma non ammettete critiche? Non mi pare che a voi si possa ascrivere il motto “todo modo, todo modo, todo modo {…}para buscar y hallar la voluntad divina…”. Ben altra è o dovrebbe essere la caritas, altro che osseravare, cara raffaella : “Se poi si vogliono montare i casi laddove non esistono…”. I casi li monta il papa quando agisce in un certo modo, ma come si diceva nella messa preconciliare? “Preghiamo per quei bastardi di ebrei” o qualcosa del genere. O no?” ( Postato come risposta sul blog : alle ore 22.55 del 9.08.2007-08-09). Ed abbiamo atteso. Raffaella, ma noi pensiamo che dietro ci sia un intero convento, non ha pubblicato il commento perché fa falsa pubblicità e dà spazio solo a quelli che delle opinioni delle sorelle menan vanto.
Il resto al rogo. E d’atronde a molti piace bruciare libri e pensieri e santa madre chiesa non è stata indietro ad alcuno. Ora però l’ignoranza o la malafede delle sisters è molta dal momento che proprio il papa che esse adorano stava per cedere il posto a Ruini per quel pacchetto di voti che pare (la Sistina ha le orecchie) quel cattivone del cardinal Martini abbia spostato da Bergoglio a Ratzinger (Alberto Melloni, riportato da Magister , in Corsera del 27 giugno. Ma forse il mondo è bello così. I trucchetti fanno contenti i poveri di spirito. Che , si sa, andranno in paradiso.

martedì 7 agosto 2007

pierino,il Cardinale e il resto

V.A.R.

Alessandro MeluzziNon sente ragioni don Pierino e, spalleggiato dall’ineffabile psichiatra -televisivamente onnipresente- Meluzzi snobba il Cardinale MarchisanoCardinale e tira per la sua strada. Come costumanza dei suoi sodali, Gasparri e Santanchè, per esempio, che lo vogliono “santo subito” o gli vorrebbero dedicare (e lo faranno) una giornata al sole, urla e sbraita contro tutti. Dai magistrati, ai colleghi preti, ai superiori cardinali forte della sua innocenza (lo dice lui mentre noi aspettiamo almeno la verità processuale) che deve rimanere -fuori del giudizio degli uomini, “ma stiamo scherzando?” nell’iperuranio del paradiso dei giusti. Sennonché un altro prete che si occupa anch’egli di comunità e giovani, afferma diversamente. La conferma, naturalmente indiretta delle accuse fatte a don Gelmini, dovuta alla testimonianza a suo tempo resa da Don Mazzi (comunità Exodus) alla magistratura, ha irritato don Pierino che però andatosene a Pompei a consultare forse l’avvocato Bartolo Longo si è autoassolto subito e per precauzione si è anche preso l’avvocato Coppi, che –non si sa mai e facciamo le corna- ha già fatto quasi assolvere Andreotti. In tutto questo il protagonismo di Meluzzi, già deputato e tuttologo, che in piena fase cattolico-esaltante, mena fendenti su chiunque osi contro l’uomo del quale è, guarda caso, portavoce. Unico in controtendenza, ma d’altro canto inattaccabile, don Ciotti il quale non vuole entrare nel merito della questione, ma tocca il nervo scoperto della faccenda, la mole di denaro che ruota attorno a queste comunità. Perché come per Muccioli, così per Gelmini la parte che va in escandescenze di fronte a delle normali (almeno lo dovrebbero essere dal momento che la legge è uguale per tutti) è quella I patti lateranensiche come nel 1929, per ottenere condiscendenza, appoggi e potere riguarda alla chiesa apostolica romana come serbatoio (di voti), acquiescenza (e ne han ben donde) e protezione (benedizione di cannoni, ma anche di liste elettorali). Questa parte è indefinita e vasta e comprende i vecchi teo-con di matrice conservatrice (ed origine settaria americana) ed i nuovi teo-dem (vale a dire l’ossimoro clericali-laici) che sarebbero i vecchi democristiani ora passati all’ Ulivo –si sa bisogna sopravvivere- i quali fingono di stare dietro a papi e papisti e credono di salvarsi l’anima e la poltrona. Un magma indefinito in cui primeggiano, guarda il caso, sia gli ex mangiapreti della lega nord sia gli anticlericali del MSI sia i rimasugli della vecchia DC e, per non rimanere indietro nella benedizione della bandiere molti DS in fase di annullamento nel magma del PD. Tutti hanno in comune la gestione dell’enorme massa di denaro che gira attorno alle comunità gestite da preti. E non è invenzione se pure don Ciotti, prete e fondatore di comunità dichiara: «Continuo a essere vicino a don Gelmini come persona. Però per andare avanti le strutture devono essere garantite solo dagli enti locali, dalle istituzioni preposte e dai cittadini. Non dalla politica». Chiaro?

lunedì 6 agosto 2007

Don Gelmini fra Luxuria e Luca Volontè. Gasparri: “Santo subito!”

Sephirot
Gelmini Gasparri ButtiglioneLuca Volontà –ricordate la sua battaglia a proposito della “operazione pretofilia”? Parte, lancia in resta come un cavaliere Templare (i monaci templari furono accusati, fra l’altro proprio di pedofilia), alla difesa del Don Gelmini vista l’attuale indisponibilità del Santo Sepolcro. E lo fa in buona compagnia. Maurizio Gasparri anche lui inciampato sulla via di Damasco lancia addirittura il “Don Gelmini Day” - a Ferragosto e per la festa dell’Assunta (tanto per far piacere al papato) giusto in tempo per non incappare nel “Vaffan…o Day” di Beppe Grillo che è l’8 settembre, giorno in cui gli italiani diedero il vaffa ufficiale alla guerra nazifascista.
Buttiglione, che nella foto (ANSA) appare lontano, ma beato, non ha ancora espresso il parere filosofico.
Quindi chi salta su a favore di Don Gelmini , che non dimentichiamo è, per opinione comune, l’ispiratore della legge Fini sulla “droga” è la destra indifferenziata da Gasparri e Santanchè –che confondendo il sacro con il profano- lo vogliono santo subito come avevano fatto per il precedente pontefice.
Se don Gelmini sia colpevole o no dovrebbe dirlo la magistratura –a meno che non vengano opposti segreti di Stato-, ma risulta vergognosa la posizione di Gasparri: “la pseudo inchiesta di Terni deve essere chiusa. Alla Procura facciano presto a distinguere gli eroi della vita, come don Gelmini, dai calunniatori” (sic). Dà da pensare “questa specie di amore” che corre fra la destra e le comunità e non è facile dimenticare sia la lotta per Muccioli sia le visite, debitamente documentate dal TG2, fatte da Fini alla comunità di san Patrignano in occasione di corse di cavalli od altri anniversari. Berlusconi, che a Don Gelmini aveva promesso nel 2005 10.ooo.ooo.000 di “vecchie lire” (pare che voglia impressionare gli ascoltatori coi molti zeri delle lire invece dei pochi dell’euro e chissà poi perché vecchie se erano nuove dopo la caduta del Re-Imperatore), è con lui, ma mai tanto quanto Landolfi che vede per il prete indagato una congiura come per Muccioli. Ma il più “fantastico” è il soprannominato Luca Volontè che chiede a Mastella ( che ci fa un pensierino) di mandare gli ispettori (di disgrazia ed ingiustizia in questo caso) alla Procura di Terni. Forse lo fanno per ricevere un placet da Erasmo.

E per non appiattirsi su Volontè e Santanchè : La vera storia di don Pierino

giovedì 2 agosto 2007

Perché la chiesa non paga l’ ICI ?

L’ICI è un’imposta sugli immobili. Riguarda proprietari, titolari di diritti d’usufrutto, d’abitazione, d’uso reale. Viene pagata ai Comuni. È una tassa nata nel 1992. Quando nacque, fu subito stilata una lista di esenzioni. Esentati da subito furono coloro che destinano l’immobile a usi “meritevoli”: ospedali, centri d’assistenza, scuole, spazi di ricezione. Da subito i Comuni protestarono per il fatto che la Chiesa Cattolica abusasse delle esenzioni, e non pagasse l’ICI neanche per gli spazi ‘non meritevoli’, grazie all’implicita idea che tutto ciò che è della Chiesa sia ‘meritevole’. Ma non così implicita, evidentemente, se è vero come è vero che nel 2004 una sentenza della Corte di Cassazione chiarì che l’esenzione dall’ICI poteva applicarsi solamente quando nell’immobile si svolga un’attività esplicitamente meritevole. Tanto per dire: un immobile di proprietà della Chiesa Cattolica, affittato ad una banca, non si capisce quale utilità abbia per la collettività e dunque non si capisce perché mai debba essere esentato dall’ICI. La sentenza della Cassazione fa dunque chiarezza. Nel marzo 2004.
Tuttavia. Nel 2005 il governo Berlusconi taglia la testa al toro e con una norma estende l’esenzione ICI anche agli immobili destinati a scopo commerciale, purché il proprietario dell’immobile non abbia natura commerciale. Una norma ad hoc per la Chiesa Cattolica, visto che gli enti ecclesiastici, a

secondo la Corte di Giustizia Europea una normativa in materia di aiuti di Stato si applica a qualsiasi soggetto che eserciti un’attività commerciale, senza privilegi per alcuno

differenza di onlus, associazioni, onlus e no-profit, godono di qualifica di enti non commerciali a vita, per legge. Il governo Berlusconi, per evitare la figura di baciaporpore, estese l’esenzione anche ad onlus, associazioni eccetera. Ma il succo della questione resta il seguente: la quasi totalità degli immobili esentati dall’ICI oggi sono di proprietà della Chiesa Cattolica.
Con il governo Prodi poco meglio. Anzi. Il decreto Bersani limita l’esenzione agli immobili in cui si svolgano attività di “natura non esclusivamente commerciale”. Peccato che sul codice civile italiano non esista tale categoria. E peccato anche che la Corte di Giustizia Europea sia chiara in materia: una normativa in materia di aiuti di Stato si applica a qualsiasi soggetto che eserciti un’attività commerciale, senza privilegi per alcuno. Il punto di vista della giurisprudenza europea infatti è cristallino e poco avvezzo ai sotterfugi italiani. Esso banalmente dice che dove c’è guadagno tramite commercio, poco importa chi sia a guadagnarci, il guadagno c’è e punto.
Secondo Carlo Pontesilli e Alessandro Nucara, giornalisti de IL SOLE 24 ORE che hanno scritto un articolo sull’argomento che ho qui cercato di sintetizzare, l’unica soluzione sarebbe appunto quella di seguire l’atteggiamento limpido della Corte Europea. Chi fa commercio, paga. E punto.

Da: http://www.gay.it/

Ascolta l’intervista a Carlo Pontesilli su radio Radicale

L’articolo di Curzio maltese su La Repubblica

Ligresti: Laurea non "assicurata"

V.A.R.

La non laureata La presidente di Fondiaria – Sai, terza assicuratrice italiana- non è riuscita a fare la polizza alla propria laurea “honoris causa”. Il Ministro Mussi la revoca, il Rettore la consegna egualmente e a festa finita il patatrac.
Questa volta papà non ce l’ha fatta e Jonella Francesca –presidente di Fondiaria – Sai- se volesse appendere il pezzo di carta nel lussuoso ufficio dovrà prima di tutto affrontare esami veri e superarli, magari con un misero diciotto; in caso contrario niente.
Il Ministro Mussi ha gelato la famiglia con una nota subito dopo la diffusione della notizia dell’avvenuto conferimento.
Il rettore a Torino sbraita sull’autonomia dell’Università –ma perché regalare lauree a politici, imprenditori e motociclisti ?- ma il ministro è irremovibile, quella laurea è da ritenersi nulla.
Ci spiace per Jonella: la festa, i fotografi, i baci di papà…
Ma un segno ci voleva. Non si può comprare tutto. Sarà soltanto un piccolissimo segno, ma è il benvenuto

Cesa, l’orgia del potere

VAR
Lorenzo Cesa Ha ragione Grillini, la questione Mele non può essere chiusa con un’autoassoluzione di partito e Casini che fa andare il “camioncino antidroga” nella piazza del Parlamento. A Claudia Fusani di la Repubblica che gli chiede se il caso sia chiuso risponde: “Direi proprio di no, per due ragioni. La prima di natura politica, la seconda di tipo tecnica. Quella politica è perché siamo di fronte a un clamoroso scandalo che segna la contraddizione tra il partito che fa dell’estremismo radicale la sua ragion d’essere e comportamenti quotidiani che vanno in direzione opposta. Voglio dire che l’Udc non può firmare progetti di legge proibizionisti e sessuofobi e poi organizzare coca-party con corredo di mignotte durante la notte”.

Non si può chiudere perché Cosimo Mele ha firmato, insieme a Cesa e Casini una proposta di legge che recita: Disposizioni per la pubblicità sull’uso di sostanze stupefacenti o psicotrope da parte dei parlamentari” e da integralisti (cattolici fra l’altro) di tal fatta non si può né si deve sopportare tanta tracotanza. La parafrasi del film di Costa-Gravas non risulta fuori luogo e pertanto ci si deve augurare che la procura di Roma abbia la stessa inflessibilità del giudice istruttore del film (Jean Louis Trintignant) anche se –e il pessimismo nemmeno esso fuori luogo - ci porta a pensare che tutto finirà in un porto delle nebbie.

Il segretario dell’Udc, Cesa, ha accettato le dimissioni di Mele dal partito, ma alla maniera della “Casta” per quanto riguarda le dimissioni da deputato: «Questa diventa una decisione personale, perchè il vincolo di mandato non è legato al partito», anche se per il segretario dell’Udc non c’è dubbio: «Chi sbaglia dovrebbe pagare». Amen. Bellissimo quel “dovrebbe” ; il senso morale del segretario Cesa è largo quanto l’elastico delle mutande di un elefante.

Perché gli onorevoli lo fanno?

No ai pacs e no ai Dico perché rovinano la famiglia, ma per i suoi l’onorevole Cesa minimizza : « C’è molta polemica sugli stipendi dei parlamentari - ha peraltro affermato, en passant, il segretario dell’Udc - e invece andrebbero sostenuti perché conducano una vita serena. La vita del parlamentare è dura, comporta molti impegni, parlamentari ed esterni» E’ l’ Italia del doppio binario, l’Italia della “Casta” che spadroneggia e poi si salva con una ramanzina. “Niente di penalmente rilevante” è la solfa “ma io non la conoscevo” protesta l’onorevole (?) colto col biscotto nel caffellatte. Il fatto che ha mandato in bestia Casini e Govanardi sta nella firma che il Mele aveva posto sulla proposta di legge antidroga, capirai che figura, appena il marzo scorso! E dire che primo che il parlamentare facesse l’outing una deputatessa forzaitaliota Maura Burani procaccini aveva esclamato : “Per questi fatti non può esserci privacy: tanto più in questo momento, con un dibattito incentrato sul fenomeno droga in espansione. Essere parlamentare - conclude la Burani Procaccini - significa in parte rinunciare al diritto alla privacy”. Chissà –ci chiediamo- se ne sia rimasta sorpresa, amareggiata o sotto sotto soddisfatta dopo i dispetti dell’Udc al suo cavaliere.

A proposito, la Procura ha aperto un’indagine per fatti di droga