Travolti dai debiti e dagli interessi bancari per un pasticcio legislativo che risale a vent’anni fa, gli agricoltori sardi hanno iniziato da due giorni lo sciopero della fame. Nella speranza che il governo Prodi e la Regione salvino migliaia di aziende dal collasso strappandole alle aste giudiziarie. La clamorosa protesta è iniziata martedì a Decimoputzu (CA): quattro agricoltori del Comitato degli esecutati non mangiano più e chiedono subito un provvedimento del governo che blocchi la vendita all’asta di oltre cinquemila aziende agricole sarde pignorate.
lunedì 29 ottobre 2007
Scontro fra poteri forti : Federfarma stoppa Ratzinger
domenica 28 ottobre 2007
La blogosfera e il piacere delle cose belle: Randy Pausch
L’ultima lezione di Randy Pausch
E’ quasi un mese che si diffonde dentro la “blogosfera” la notizia dell’ ultima lezione di Randy Pausch. Qualcuno la appunto definita “la lezione che non finirà mai”. Il Professor Pausch ha da tre a sei mesi di vita (drammaticamente ridotti nel frattempo per cancro al fegato) ed invece di ritirarsi nel suo dolore e ne avrebbe avuto ogni diritto, ha voluto tenere la sua ultima lezione. Mi sembrava superfluo, per quanto la notizia circola sul web, riprenderla con un atto di pappagallismo. Ma non è così. La blogosfera è immensa, irraggiungibile nei confini e accade molto e troppo spesso che una enorme quantità di persone non raggiunga (e sarebbe d’altro canto impossibile) tutte le notizie e prima di ogni cosa le notizie degne di essere conosciute, diffuse e tramandate. Per questo riprendo da questo blog il filmato di Youtube con le ottime notizie contenute ed approfitto della traduzione italiana che trovato sul blog di Alessandro Gilioli. Esistono , sull’argomento, varie versioni filmate che vanno sotto il titolo “The last lecture of Randy Pausch”, in più spezzoni dei quali vi presento il primo oltre alla citata traduzione di Gilioli.
le altre lezioni sono qui
venerdì 26 ottobre 2007
Difetto di giurisdizione e rinuncia alla sovranità nazionale
Ennesimo esempio di quanto siamo succubi, psicologicamente, direttamente ed indirettamente, ai dictat della Casa Bianca. L’omicidio Calipari, funzionario dello Stato morto nell’adempimento del dovere e decorato di medaglia d’oro (che la vedova giustamente si accinge a restituire per la pagliacciata presente) per essersi sacrificato al fine di salvare la vittima di un rapimento, Giuliana Sgrena, è un omicidio comune. Come quello di un contadino ammazzato dal vicino per fatti di confine. Non l’agente dello Stato inviato per reagire ad un rapimento politico per costringere il Governo a mutare la propria politica estera, ma una comune vittima della strada. Così ha suggerito la Casa Bianca per non lordarsi con l’ azione criminale di Lozzano e dei suoi mandanti. Così hanno eseguito i magistrati italiani. Dalla stampa che cita i trattati leggiamo: « che il governo di centrodestra, nell’aderire alla missione in Iraq, avrebbe sottoscritto nero su bianco un impegno a passare sopra a eventuali delitti compiuti dai soldati nostri alleati ». E qui la ragione del difetto di giurisdizione che invece esiste per fatti compiuti all’estero su un cittadino italiano. Berlusconi, nella sua folle volontà di compiacere Bush e sedersi al tavolo delle trattative (ricordiamo qualcun altro con le stesse velleità) per avere più petrolio, magari, ha rinunciato alla sovranità nazionale e partecipato a quell’odiosa commissione che assolse subito Lozzano e della quale volevano farci credere di essere complici attribuendo a Calipari la responsabilità della propria morte.
mercoledì 24 ottobre 2007
LIBERE ASSOCIAZIONI , ma vale ancora il “principio di Peter” ?
L’enunciazione del principio è il seguente:
« In una gerarchia ogni membro tende a raggiungere il proprio livello di incompetenza.
Corollari
1. Col tempo, ogni posizione tende a essere occupata da un membro che e' incompetente a svolgere quel lavoro.
2. Il lavoro viene svolto da quei membri che non hanno ancora raggiunto il proprio livello di incompetenza».
Questo paradosso è servito molte volte per attaccare il sistema della meritocrazia da parte di coloro che la vogliono rendere inattuale. In effetti che il principio abbia una sua logica è palese ed anche ineluttabile se consideriamo una “carriera” che si svolga all’interno di un’associazione considerata per livelli. In un’associazione chiusa a piramide, ma che sia a sua volta chiusa in una piramide più grande che contenga tutte le piramidi del livello della prima può accadere che uno dei soci partendo dal livello x raggiunga – all’interno della prima piramide – il livello x n-1 che è il massimo nella propria piramide considerato il top del suo progresso di carriera. In quella fase può (attenzione perché non è detto che lo raggiunga) essere al massimo della propria preparazione per il livello in cui ha agito (a xn diventa incompetente). Già per il successivo grado x n non sarà all’altezza (livello di incompetenza). Ma questo non significa che la sua incompetenza sia assoluta. Solo che sarà incompetente ad una pari funzione del livello della piramide successiva dove il massimo è y n-1 , ma adatto al livello di competenza y di quella piramide. E’ questo il percorso effettivo delle carriere meritocratiche aperte dove il livello della propria incompetenza può dispiegarsi – in competenza eccezionale - attraverso tutti i livelli dell’associazione nella quale, una volta diventato capo, non varrà più il principio di Peter, ma quello stabilito dal Capo che potrà essere defenestrato solo da un evento eccezionale. (Nessun capo ammetterà la validità del principio di Peter per se stesso e di qui la necessità del disarcionamento traumatico).
Sono accettabili invece i corollari in quanto riguardano sistemi chiusi: ognuna delle piramidi e per ciascun livello . Questo accade dove si verifica, per anzianità, una sovrabbondanza di posizioni direttive dove si distribuiranno tutte le x n-m competenze che risulteranno, per la maggior parte, occupate da soci incompetenti.
Ma il problema di un’Associazione non è questo. Il problema è costituito dal fatto che non si applica il “criterio della meritocrazia” per cui fu coniato il Principio di Peter.
E’ chiaro che se il livello di incompetenza è originario (cioè il posto di livello xn vine assegnato al socio di competenza x –n ) l’Associazione non potrà funzionare o lo farà secondo livelli di inefficienza esponenziale. Dando ragione ad una più realistica esposizione del detto principio: Incompetenza più incompetenza uguale incompetenza.
Considerazioni che a me frutteranno l’applicazione del: Motto di Jones “Gli amici vanno e vengono, i nemici si accumulano”.
giovedì 18 ottobre 2007
MANIFESTAZIONE NAZIONALE Contro la violenza sulle donne
Leggi e sottoscrivi l'appello
MANIFESTAZIONE NAZIONALE
CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE
Care amiche,
è necessario e urgente organizzare quanto prima una manifestazione nazionale contro la violenza sulle donne.
La vita di molte ragazze e di molte donne continua a essere spezzata, le loro capacità intellettive e affettive brutalmente compromesse. Il femminicidio per ‘amore’ di padri, fidanzati o ex mariti è una vergogna senza fine che continua a passare come devianza di singoli. Il tema continua a essere trattato dai mezzi di informazione come cronaca pura, avallando la tesi che si tratti di qualcosa di ineluttabile, mentre stiamo assistendo impotenti ad un grave arretramento culturale, rafforzato da una mercificazione senza precedenti del corpo delle donne. continua
lunedì 15 ottobre 2007
Noam Chomsky e il populismo
sabato 13 ottobre 2007
Silvia Baraldini e Carlo Parlanti: due Ministri di Giustizia, due stili
« I tentativi di rimpatrio ebbero infine successo nel 1999, quando, il 24 agosto Silvia Baraldini è stata rimpatriata per scontare in Italia in resto della sua pena, grazie al forte impegno dell'allora ministro della giustizia Oliviero Diliberto ». Questa frase – estratta da una biografia di Silvia Baraldini – potrà suscitare, come il caso suscitò, parecchie polemiche. Non è questo il punto. Il punto che ci fa collegare il caso Baraldini (comunista, condannata a 43 anni di reclusione negli stati Uniti per reati presunti) a quello di Carlo Parlanti innocente, ma detenuto in un altro carcere USA, è lo stile di due ministri della Giustizia italiani . La storia di Parlanti è quella di un giovane, lavoratore, libero, un poco spregiudicato con le tante donne con le quali si lega, ma di un’esuberanza sana che lo porta, un giorno del 2002 a volersene tornare in Italia abbandonando la convivente (vedi anche : qui). La donna lo denuncia e “racconta di una notte in cui Carlo Parlanti l’avrebbe prima sequestrata, poi picchiata, in seguito sodomizzata costringendola a praticare del fist fucking, e infine, dopo averla legata con delle fascette di plastica, violentata ripetutamente. Accuse gravissime, accuse che meriterebbero indagini approfondite, perizie, testimoni; in una parola, prove” (Carmilla online). Il giovane – ignaro - torna in Italia, continua a fare il project manager e viaggia per l’Europa seguendo il lavoro. Nel 2004 viene fermato in Germania ed inizia il calvario che Gabriele ferraresi ha ricostruito con puntigliosa precisione. Sebbene da molto tempo siano sorti siti e blog per sensibilizzare la politica italiana sui fatti e le condizioni di Parlanti, e forse per un interessamento extra ordinem di un parlamentare AN, il ministero di Giustizia (in Italia succede anche questo) non si interessa della faccenda tanto che alcuni siti, di insospettabile onestà, sconsigliano di rivolgersi direttamente all’On. Mastella già impicciato per l’affare De Magistris, ma di farlo piuttosto per la tre vie che possono trovarsi in 1) , 2) , 3) ed altre ancora digitando su un motore di ricerca : Carlo Parlanti. Dopo Cermis, Ustica, Abou Elkassim Britel, Calipari ed altri ancora, occorre un ministro Comunista per far ottenere qualcosa di legale per l’Italia ?
A quando una rogatoria internazionale?
lunedì 8 ottobre 2007
La zona grigia : Le sagrestie di Cosa nostra. Inchiesta su preti e mafiosi
La zona grigia | | | |
Paolo Izzo - pizzos2@yahoo.it | |
sabato 06 ottobre 2007 | |
Intervista a Vincenzo Ceruso. Nel libro Le sagrestie di Cosa nostra – Inchiesta su preti e mafiosi lo scrittore palermitano descrive il filo rosso che lega la Chiesa all’organizzazione criminale, tra omertà e collusione. Frati con la lupara, sacerdoti che durante l’omelia sbeffeggiano i pentiti di mafia, alti prelati che negano l’esistenza di Cosa nostra o non vedono differenze tra una strage mafiosa e l’aborto. Cecità e omertà, quando non vera e propria collusione con la mafia, sembrano caratterizzare una parte del corpo ecclesiastico siciliano ancora oggi. A raccontarlo in un libro (Newton Compton, 9,70 euro) dal titolo Le sagrestie di Cosa nostra. Inchiesta su preti e mafiosi, non è un anticlericale sfegatato, bensì un credente cattolico, da anni studioso della criminalità mafiosa, Vincenzo Ceruso, laureato in filosofia, già ricercatore presso il Centro studi gesuita Pedro Arrupe, impegnato nel volontariato a Palermo. continua |
domenica 7 ottobre 2007
sabato 6 ottobre 2007
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi-
questa morte che ci accompagna
dal mattino alla sera, insonne,
sorda, come un vecchio rimorso
o un vizio assurdo. I tuoi occhi
saranno una vana parola,
un grido taciuto, un silenzio.
Così li vedi ogni mattina
quando su te sola ti pieghi
nello specchio. O cara speranza,
quel giorno sapremo anche noi
che sei la vita e sei il nulla
Per tutti la morte ha uno sguardo.
Verrà la morte e avrà i tuoi occhi.
Sarà come smettere un vizio,
come vedere nello specchio
riemergere un viso morto,
come ascoltare un labbro chiuso.
Scenderemo nel gorgo muti.
Cesare Pavese